Niccolò Pagani, giovane docente della Scuola Media Don Bosco di San Benigno, ha scelto di abbandonare a sorpresa la trasmissione TV “L’Eredità” con un discorso dedicato ai suoi allievi. La notizia è stata divulgata non solo dal Corriere della Sera (il primo quotidiano italiano per diffusione e per lettorato) – della quale riportiamo di seguito l’articolo dedicato – ma anche da Il Giornale (con una intervista dedicata) e dal “il caffè” del giornalista ed editorialista Massimo Gramellini.

Si riportano le notizie pubblicate sul sito dell’opera.

Il campione de L’Eredità lascia il programma per tornare dai suoi studenti: «La cultura vince sull’ignoranza»
Niccolò Pagani, giovane docente del torinese, ha scelto di abbandonare a sorpresa la trasmissione con un discorso di commiato che ha commosso gli spettatori

«Il mio posto è là: ogni mattina in prima linea nella missione quotidiana dell’educazione e dell’onestà»: il campione in carica de «L’Eredità»

Il messaggio agli studenti

Il professore ha annunciato la sua decisione leggendo un discorso di commiato, condiviso in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza dal conduttore Flavio Insinna sul suo profilo Facebook, in cui spiega che il suo compito come insegnante è dimostrare «ai giovani, che la gentilezza vince sulla violenza, la cultura vince sull’ignoranza, il sorriso sconfigge la rabbia e l’ironia batte l’odio, insegnando loro a non impugnare i coltelli, ma i libri, e a sostituire gli spintoni con gli abbracci».

«La scuola va protetta e va curata»

Il messaggio, importante soprattutto in questo periodo storico, si chiude con un invito a proteggere l’istituzione scolastica (e con un ringraziamento ai colleghi che dividendosi le supplenze gli hanno permesso di partecipare al programma): «Come ogni creatura fragile, anche la scuola va protetta e va curata. Per questo starò sempre dalla parte di tutti quegli insegnanti, preparati e costanti, che ogni giorno, con amore, fanno questo mestiere».

13 novembre 2019 (modifica il 13 novembre 2019 | 18:04) – di Arianna Ascione

L’eredità

di Massimo Gramellini | 14 novembre 2019

Per alcune settimane nei televisori delle famiglie in procinto di andare a cena è apparso un italiano lontano dagli stereotipi. Uno che non insultava nessuno e azzeccava persino i congiuntivi. Un mite tutt’altro che debole, capace di vincere il titolo di campione del gioco «L’eredità» per dodici puntate di fila. Fa l’insegnante, si chiama Niccolò Pagani e gli manca solo una sillaba per essere omonimo del grande violinista. Però anche lui non ha concesso il bis: si è dimesso a sorpresa dal titolo di re del quiz per tornare dai suoi studenti, e lo ha fatto con una lettera che in tempi normali sarebbe banale, mentre in questi suona quasi rivoluzionaria.

«Il mio posto è là, tra i miei ragazzi. Ogni mattina in prima linea, dimostrando ai giovani che la gentilezza vince sulla violenza e la cultura sull’ignoranza; che il sorriso sconfigge la rabbia e l’ironia batte l’odio. Insegnando loro a non impugnare i coltelli, ma i libri. E a sostituire gli spintoni con gli abbracci».

Un insegnante come ce ne sono tanti e come dovrebbero essere tutti. Innamorato della scuola e della sua missione sottopagata e scarsamente considerata, al punto da sentirne il richiamo irresistibile proprio quando stava cominciando a diventare più facile arrendersi alle lusinghe della popolarità. Si dice che ogni fase della vita assomigli a un esercizio ginnico, dove più di tutto conta l’atterraggio, l’uscita di scena. Se è così, il professor Pagani ci ha dato una bella lezione.

14 novembre 2019, 07:06 – modifica il 14 novembre 2019 | 07:06 di Massimo Gramellini

«Ho lasciato L’Eredità per tornare prof La scuola è la mia casa, la tv un gioco»

IL GIORNALE – Intervista Niccolò Pagani (Venerdì 15 novembre 2019, pag.26)

Adesso si trova con un pacco alto così di verifiche da correggere. E di ore di lezione da recuperare. E con i suoi studenti che lo canzonano perché in quella puntata ha sbagliato un’equivalenza.

Niccolò Pagani, il professore di italiano, storia e geografia che ha suscitato stupore per aver abbandonato, da campione in carica, il gioco dell’Eredità in onda su Rai uno per tornare dai suoi studenti, è meravigliato dal clamore generato dal suo gesto. Tanto da sorprendersi di essere cercato dalla stampa.

«Il mio posto è là – ha detto nel commiato con il modo gentile e genuino che lo ha fatto amare dal pubblico – tra i miei ragazzi: ogni mattina in prima linea nella missione quotidiana dell’educazione e dell’onestà».

Però, professore, non è da tutti lasciare la ribalta della televisione, c’è chi si legherebbe alla telecamera per sempre, lei in fondo lei è rimasto poco più di due settimane.

«Per me è stata solo una bella esperienza, un modo per mettermi alla prova, un divertimento, una distrazione che non può durare in eterno, bisogna tornare a casa.

E la sua casa sono i ragazzi delle medie dell’Istituto Salesiani Don Bosco di San Benigno Canavese (vicino Torino).

«Sì, certo. Avevo già fatto troppo conto sulla pazienza dei miei colleghi che mi hanno sostituito. Dovevo tornare al mio lavoro che è quello di trasmettere la mia passione per la cultura ai miei datori di lavoro: gli studenti».

Il suo gesto si è tramutato in un messaggio contro la società dedita solo l’apparenza.

«Beh, io non mi immaginavo tutto questo quando ho deciso di lasciare. Certo è che se tutta la tv fosse ispirata da valori positivi diventerebbe un ottimo mezzo per cambiare il nostro mondo».

Nella lettera di addio, letta accanto al conduttore Insinna, che ha spopolato sui social, lei ha voluto ricordare che bisogna dimostrare ai giovani che

«la gentilezza vince sulla violenza, la cultura vince sull’ignoranza, il sorriso sconfigge la rabbia e l’ironia batte l’odio».

«È quello che cerco di trasmettere ogni giorno ai miei ragazzi. E che ho provato a fare anche durante la trasmissione. A scuola lavoriamo quotidianamente per disinnescare le possibili violenze senza imporre regole ma cercando di farle capire».

Ha sentito l’urgenza di lanciare questo messaggio perché vede un dilagare dell’odio?

«Basta aprire un giornale o un tg per rendersi conto che oggi la violenza è più tollerata, invece bisognerebbe continuare a scandalizzarsi e difendere i valori e la cultura che hanno creato la nostra società. Ci sono frange anche politiche che non credono a fondo in questi valori».

Anche a scuola?

«I ragazzi, come sappiamo, oggi hanno più strumenti per fare e subire del male, soprattutto attraverso i social. Io cerco di far capire loro che di questi strumenti non ne devono abusare. Ma in fondo i ragazzi di oggi hanno gli stessi problemi di quelli di sempre, le stesse paure, le stesse timidezze».

Lei all’Eredità, nonostante abbia vinto 17 puntate, non ha mai conquistato il montepremi finale, cosa avrebbe fatto con la vincita?

«La mancanza di lucidità quando resti l’unico concorrente mi ha giocato brutti scherzi. Se avessi vinto mi sarei comprato una casa, ora sono in affitto».

Ha raccontato anche di aver trovato un bellissimo ambiente nel programma.

«Assolutamente, dal conduttore Insinna ai tecnici agli altri concorrenti con cui ho instaurato rapporti amichevoli. Ne serberò un fantastico ricordo».

Ma i ragazzi cosa le hanno detto quando è tornato?

«Prima di tutto mi hanno fatto notare le domande che non sapevo o quelle ho sbagliato. Ma soprattutto mi hanno detto che seguivano il programma insieme alla famiglia e commentavano le risposte con mamma, papà, nonne…».